sabato 8 ottobre 2011

Stay hungry, stay fucking foolish- no distance left to run





La frase più abusata del mondo pronunciata dall'uomo meno fotografato dell'universo, se non su un palco abbracciato ad una delle sue creature, con la faccia piena del nulla conosciuto solo da quelli che hanno colmato un vuoto.

Mai stato santo o martire, squalo quando serviva e ingenuo quanto bastava a prendere sonore batoste, Mr. Jobs si è rivelato un fottuto genio in troppe occasioni per non poterlo piangere almeno un paio di giorni. Senza benedizioni o croci, lontanissimo e incredibilmente vicino alla perfezione insieme, ci sono tutti gli ingredienti per una marcia di fan invasati che si strappano i capelli fino alla sua tomba.

Mi sono accorta della sua scomparsa per un attacco di fame notturna, appena sveglia con una voglia irrefrenabile di sandwich ho appoggiato un dito sull'iPhone e decine di tweet esono esplosi sullo schermo urlando la stessa cosa: goodbye Steve.

In ufficio ne abbiamo scherzato per mesi -se muore il coccodrillo te lo prendi tu- e poi quando è successo davvero non c'era nessuno che desse la notizia in tempo reale.
Per quanto mi riguarda mi sono seduta, ho pucciato una macina nella tazza di latte davanti a me e ho pensato al mio primo incontro con la mela: un pomeriggio freddissimo condito dalle solite stronzate da universitari, il rumore dell'avvio era una cosa mai vista, dopo un'educazione sentimentale totalmente dedicata ai pc ho tradito il mio primo amore in cinque minuti, il tempo che è servito a Mr Jobs per rendermi schiava delle sue fantasie.

"La barra laterale!": temo di aver urlato qualcosa di simile, molto forte. Da allora non ho mai smesso di pensare a Jobs come a uno che chiami per cognome nonostante abbia cambiato la tua vita, professionale certo, ma anche personale se quello che fai ti piace davvero.

Bello e utile, due cose che non si conciliano quasi mai perchè non siamo abituati a pensare che ogni piccolo gesto faticoso potrebbe essere più semplice se lo progettiamo con un'intelligenza semplice che è anche bellezza, di una bellezza pulita ma sensibile, cose meravigliose che cambiano fino ad anticipare i desideri degli utenti, perchè no. Nessuno ha mai venduto sulla croce, non c'è vergogna nel successo di qualcuno che ha amato quello che faceva, sapendo che niente è santo e che ogni conquista ha le sue strategie. Perchè sembrava frivolo e sciocco sgravarsi del peso di certe sovrastrutture da codice binario, quello che è giusto è complicato. Beh, non è così.

Milioni di professsionisti hanno lavorato con le idee di Jobs, milioni di persone comuni hanno migliorato le loro giornate grazie alle quattro idee che sono spuntate a Cupertino come l'erba se la pianti bene, che infatti cresce e profuma tutto il quartiere.

Ogni persona normodotata e nata negli ultimi 40 anni deve qualcosa a Mr Jobs, anche quelli che quando dici Apple si ritraggono tipo vampiri all'alba rovesciando i sigilli di Gates.

Quattro anni fa qualcuno mi ha regalato un iPhone mentre mi stavo occupando di finire una forma di fontina valdostana in una certa trattoria. Ricordo di aver mollato il pezzo di formaggio che avevo in mano urlando in cerca di un tovagliolo per pulirmi le dita prima di toccarlo.

Poi ho pensato allo sfruttatissimo discorso di Jobs a Stanford, che si è ruffiano, si è compiaciuto, ma se non è un peana perfetto questo allora di cosa stiamo parlando?
Non si possono conservare cose che non si hanno, niente è perfetto e per avere quello che ci interessa dobbiamo guardare avanti come se un domani non ci fosse affatto. Perchè fare quello che ci piace ha sempre un prezzo, e calcolarlo sul calendario raramente porta fortuna.

A chi tutto questo sembra superfluo e modaiolo consiglio di prendersi una vacanza per riposare i nervi. A tutti gli altri un grande in bocca al lupo per la propria fame da placare: avere fame è giusto, se si è sazi non si vuole niente, mai.